La STORIA

La Juventus Football Club, meglio noto come Juventus e informalmente come Juve, è una società calcistica di Torino. Fondata nel 1897 come Sport Club Juventus da giovani studenti liceali torinesi , milita nella massima categoria del campionato di calcio italiano (dal 1929 la Lega Calcio Serie A) dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006/07. La squadra rappresenta il capoluogo piemontese nel calcio insieme al Torino Football Club 1906, nato in tale anno da soci dissidenti della formazione bianconera. La squadra si allena nei campi del centro sportivo Juventus Center a Vinovo, nei dintorni della città.
Il nome del club è una licenza letterale del sostantivo latino iuventus (gioventù in lingua italiana) e fu scelto dai fondatori della società.
L'origine della società bianconera, secondo il punto di vista giornalistico, è avvolta nel mistero, tenuto conto che alla fine del XIX secolo lo sport non aveva stato sufficientemente diffuso in Italia per catturare l'interesse della stampa. L'unico scritto considerato "ufficiale" che attesti con certezza la nascita della Juventus fu redatto da uno dei suoi fondatori, Enrico Canfari, e pubblicato dalla rivista istituzionale del club torinese alla fine del 1915 .
Terza società di calcio italiana per ordine di antichità tra quelle in attività ad oggi, la Juventus è la formazione più blasonata del paese ed una delle più vittoriose e prestigiose d'Europa e del mondo con un totale di 51 trofei ufficiali vinti: 40 trofei di livello nazionale e 11 trofei di livello internazionale . In quest’ultimo ambito la compagine bianconera è la seconda squadra italiana, la terza squadra europea e la sesta a livello mondiale per numero di titoli vinti e ufficialmente riconosciuti da ciascuna delle sei confederazioni regionali affiliate alla FIFA, in questo caso l'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee.
Prima squadra italiana e latina ad avere vinto la Coppa UEFA (edizione 1976-77), la Vecchia Signora - come è nota in patria ed all'estero - è l'unica società calcistica a livello pianetario ad avere vinto tutti i tornei e coppe ufficiali a livello internazionale . Inoltre, nel 1985 fu la prima società calcistica a vincere le tre maggiori competizioni europee, un traguardo che in séguito sarebbe stato raggiunto unicamente da altre due squadre: l'Ajax nel 1992 e il Bayern Monaco nel 1996.
Secondo una ricerca pubblicata nel giornale La Repubblica nell'agosto 2007, la Juventus, una delle squadre più celebri e con il maggior seguito di tifosi al mondo , è anche la prima squadra d'Italia per numero di sostenitori con il 28% delle preferenze, in leggero calo rispetto agli ultimi anni . Al pari dell'Inter, la tifoseria juventina ha una diffusione geografica eterogenea sul territorio nazionale.
La compagine torinese, legata dagli anni venti alla famiglia Agnelli, è anche uno dei membri fondatori dell'Associazione di Club Europee (ECA), un'organizzazione internazionale, nata al posto del G-14, composta dai principali club calcistici consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA. Il 1º novembre 1897 nacque a Torino lo Sport Club Juventus grazie all'idea di alcuni studenti del Liceo Classico "Massimo D'Azeglio", tra i quali i fratelli Eugenio ed Enrico Canfari - i primi presidenti della società [2] -, che erano soliti ritrovarsi su una panchina (oggi gelosamente custodita nella attuale sede del club [15]). La prima maglia del club era rosa, con cravatta o papillon, e nel 1903 divenne bianconera.
Nel 1900, con il nome di Foot-Ball Club Juventus [16], la società si iscrive al suo primo campionato nazionale, ma viene subito eliminata, dovendo affrontare avversari molto più preparati di lei. Ma già dopo soli 5 anni arriva il primo scudetto. Il presidente era a quel tempo lo svizzero Alfred Dick, che però, dopo alcune accese discussioni di spogliatoio, decise di lasciare la società, e quasi per ripicca fondò il Foot-Ball Club Torino. In quegli anni e fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la società torinese dovette però accontentarsi di un posto di secondo piano rispetto alle altre potenze calcistiche, in particolar modo il Casale e il Pro Vercelli [17].
Con la fine della Grande Guerra una Juventus rinata grazie ai suoi presidenti Giovanni Hess e Corrado Corradini, tra 1914 e 1920, compì grandi passi in avanti nel campionato nazionale fornendo anche alcuni giocatori alla Nazionale maggiore.
Dal 24 luglio 1923 il nome della Juventus è saldamente legato a quello della famiglia Agnelli con Edoardo, figlio del fondatore della FIAT, presidente della società. In quella Juventus esordisce in prima squadra il mitico portiere Gianpiero Combi. Poi, con l'arrivo di giocatori come Federico Munerati, Virginio Rosetta, Carlo Bigatto I, tra gli altri, i bianconeri vincono il loro secondo tricolore nella stagione 1925/26 ed ulteriormente, con l'allenatore Carlo Carcano (uno dei precursori del Metodo), i nuovi arrivi Umberto Caligaris, Giovanni Ferrari, Felice Placido Borel II, Mario Varglien I, Giovanni Varglien II, il celebre trio difesivo Combi-Rosetta-Caligaris, e i calciatori d'origine argentina Raimundo Orsi e Luis Monti; entrò nella storia del calcio italiano vincendo cinque scudetti consecutivi dalla stagione 1930/31 alla stagione 1934/35 (periodo conosciuto come il Quinquennio d'Oro [18]), record storico del calcio italiano ancora oggi, ed arrivando per ben quattro anni consecutivi alle semifinali Coppa dell'Europa Centrale con una rosa composta da nove giocatori che vinsero poi la Coppa del Mondo del 1934. Nel frattempo (1933) la squadra fa il suo ingresso allo Stadio Comunale (l'attuale Stadio Olimpico di Torino).
Con la scomparsa del presidente bianconero Edoardo Agnelli nel 1935, ci si avvia ad un periodo meno ricco di vittorie che si concluderà con il secondo conflitto mondiale e con la conseguente sospensione del campionato nel 1944 e nel 1945. Al posto dei vecchi campioni della terza decade del XX secolo - che, ad eccezione di Monti e di Borel II, lasciano la squadra o per un'altra società o per fine carriera - arrivano nuovi campioni del calibro di Alfredo Foni, di Pietro Rava, dell'albanese Riza Lushta, Pietro Magni e di Teobaldo Depetrini. In tale periodo non si registrano vittorie in campionato, ma solo un secondo posto nella stagione 1937/38 e due vittorie in Coppa Italia: nel 1938 (per la prima volta, in concomitanza con il secondo titolo mondiale degli azzurri), e nel 1941/42.
Nel 1947 l'avvocato Gianni Agnelli diventa presidente della Juventus Football Club [19], in sostituzione dell'imprenditore Pietro Dusio, e resterà alla guida della squadra fino al 1953. Iniziò così un nuovo periodo di vittorie: soltanto quindici anni dopo la squadra torinese vincerà un altro scudetto (stagione 1949/50, il primo scudetto post-guerra della società), grazie anche al supporto di nuovi campioni come Carlo Parola, i danesi Karl Aage Præst, Karl Hansen e John Hansen e, in particolar modo, Giampiero Boniperti. Nel frattempo (1959) la squadra vince la sua terza Coppa Italia.
Nel 1956, su consiglio di Gianni Agnelli, che lo affiancherà, diviene presidente suo fratello Umberto. Con lui si aprì un nuovo ciclo di vittorie, grazie anche a nuovi campioni come il gallese John Charles e l'argentino di origine italiana Omar Sivori (primo calciatore juventino a conquistare il Pallone d'oro nel 1961), chi insieme a Boniperti hanno fornito un grande tridente offesivo conosciuto come il Trio Magico [20]. La Juventus conquista altri tre scudetti nelle stagioni 1957/58 (il decimo, che le dà diritto di fregiarsi della Stella d'Oro al Merito Sportivo), 1959/60 e 1960/61 e due Coppe Italia nelle stagioni 1958/59 e 1959/60.
Nel 1960 Il Dottore Umberto Agnelli lascia la presidenza. Dopo la breve e non troppo felice esperienza del ginnasiarca Paulo Amaral alla conduzione tecnica della squadra (1962-1964, rilevato da Eraldo Monzeglio), nel 1966/67, con Vittore Catella presidente e Heriberto Herrera, d'origine paraguayana, allenatore (uno dei precursori del calcio totale in Italia), la Juventus conquista il suo tredicesimo scudetto e la società juventina si appresta così a trascorrere uno dei periodi più gloriosi della sua storia: Il Ciclo Leggendario (la seconda età d'oro della società bianconera).
Il 13 luglio 1971 Giampiero Boniperti, ex simbolo della squadra, diventa presidente. Chiamò ad allenare la squadra prima il ceco Čestmír Vycpálek, poi l'ex calciatore juventino Carlo Parola ed infine l'ex calciatore Giovanni Trapattoni, quasi al debutto come allenatore. In quegli anni la Juventus si avvale di grandi campioni che rappresentavano in tale tempo l'ossatura della nazionale [21], tra i quali Dino Zoff, Roberto Bettega, Giuseppe Furino, Paolo Rossi, Pallone d'Oro nel 1982 (quest'ultimi provenienti dalle giovanili), Franco Causio, Claudio Gentile, Pietro Anastasi, Josè Altafini, Antonello Cuccureddu, Romeo Benetti, Roberto Boninsegna, Marco Tardelli, Antonio Cabrini e, soprattutto, il capitano di tante battaglie Gaetano Scirea, e successivamente il francese Michel Platini - tre volte eletto miglior calciatore europeo -, Liam Brady, il polacco Zbigniew Boniek, il portiere Stefano Tacconi e il sanmarinese Massimo Bonini; vinsero nove scudetti in quindici anni tra le stagioni 1971/72 e 1985/86, conquistando così la seconda Stella d'Oro al Merito Sportivo, e ponendosi alla ribalta europea e mondiale vincendo tutte le coppe internazionali ufficiali [8], una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA - l'unica vittoria in competizioni UEFA per club di un organico composto interamente da calciatori italiani - una Supercoppa Europea, ed una Coppa Intercontinentale. Così, la Fidanzata d'Italia entrò nella storia del calcio europeo come la prima società a centrare in bacheca le tre principali competizioni europee per club, ricevendo dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee la Targa UEFA (The UEFA Plaque) nel 1987 [9].
Dopo quattro anni senza trofei vinti, l'avvocato Vittorio Caissotti di Chiusano arrivò alla presidenza del club nel 1990, anno dell'inaugurazione dello Stadio delle Alpi. La Juventus, allenata da Dino Zoff, conquistò la Coppa Italia per l'ottava volta e la Coppa UEFA della stessa stagione. Nella stagione successiva Zoff lasciò il posto all'emergente allenatore Gigi Maifredi, il quale, nonostante l'arrivo di nuovi campioni del calibro di Roberto Baggio, Júlio César, Paolo Di Canio e Jürgen Kohler, portò la squadra al settimo posto in campionato.
Con il ritorno di Trapattoni, la Juventus vinse la Coppa UEFA nel 1993 con una squadra che comprendeva, tra gli altri, Roberto Baggio (Pallone d'oro nello stesso anno), Andreas Möller, Gianluca Vialli - diventato il nuovo idolo della tifoseria - ed Antonio Conte. Nell'estate del 1994 si volta pagina con l'arrivo ai vertici della Triade Bettega-Giraudo-Moggi e dell'allenatore Marcello Lippi. Grazie a giocatori del calibro di, in primis, Roberto Baggio, Gianluca Vialli, Fabrizio Ravanelli ed Antonio Conte, sucesivamente, Alessandro Del Piero, Gianluca Pessotto, Angelo Di Livio, Moreno Torricelli, Sergio Porrini, Angelo Peruzzi, Didier Deschamps, Ciro Ferrara, Paulo Sousa, Zinédine Zidane (calciatore europeo dell'anno nel 1998), Edgar Davids, Paolo Montero, Alen Bokšić, Vladimir Jugović, Filippo Inzaghi, ed ulteriormente Gianluigi Buffon, Mauro Germán Camoranesi, David Trézéguet, Pavel Nedvěd (Pallone d'oro nel 2003), Gianluca Zambrotta, Alessandro Birindelli e Lilian Thuram; iniziò un nuovo ciclo dove la compagine bianconera riesce a conquistare cinque scudetti (stagioni 1994/95, il primo dopo nove anni; 1996/97, 1997/98, stagioni 2001/02 e 2002/03, queste due ultime riportate a Torino dopo un triennio), una Coppa Italia (1994/95), quattro Supercoppe Italiane (1995; 1997; 2002 e 2003), una Champions League (1995/96), una Coppa Intertoto [8], una Supercoppa Europea (1996) ed una Coppa Intercontinentale (1996).
Il 28 maggio 2004 arriva sulla panchina bianconera Fabio Capello, ex centrocampista degli anni Settanta al posto di Marcello Lippi, chi invece fu chiamato ad allenare la Nazionale. Con lui arrivano al capoluogo piemontese calciatori del calibro di Emerson, Fabio Cannavaro, Patrick Vieira e Zlatan Ibrahimović. Con lui in panchina la Juventus ottiene altri due primi posti al termine dei campionati 2004/05 (in séguito revocato) e 2005/06 (in séguito assegnato d'ufficio all'Inter).
Quell'ultima stagione è stato segnata dalla retrocessione in Serie B della compagine bianconera, la prima nella storia juventina, con 9 punti di penalizzazione come conseguenza del comportamento antisportivo (art. 1 del regolamento) accertato nel terzo grado di giudizio dalle sentenze nell'ambito dello scandalo definito Calciopoli ma la squadra, con un nuovo gruppo dirigenziale al mando dal dirigente aziendale Giovanni Cobolli Gigli, ritorna nella massima serie nella stagione 2007/08, dove, sotto la guida dell'allenatore Claudio Ranieri e con nuovi acquisti (Vincenzo Iaquinta, Hasan Salihamidžić, Zdeněk Grygera, Tiago Mendes, Mohamed Sissoko, Jorge Andrade), e grazie soprattutto al prolungamento dei contratti dei suoi giocatori più rappresentativi (Del Piero, Buffon, Camoranesi, Trézéguet e Nedvěd), finì l'ultima stagione al terzo posto della classifica e, quindi, l'accesso ai preliminari di Champions League, da disputarsi in agosto 2008.